La clinica di una qualsiasi patologia prende forma secondo i tratti delineati dai sintomi e dai segni, che siamo chiamati a ricercare rispettivamente mediante l’anamnesi e l’esame obiettivo. I sintomi, poiché scarsamente oggettivabili, costituiscono la variabile più difficile da caratterizzare affinché possa essere utile alla diagnosi quanto al follow-up. Inoltre rappresentano la principale causa di preoccupazione e discomfort nel paziente, che lo inducono a presentarsi all’attenzione del medico. Data la loro centralità, si sono susseguiti numerosi sforzi nel tentativo di catalogare i sintomi secondo determinati cluster per renderli obiettivi e confrontabili. Questo grande lavoro ha portato alla creazione di questionari, ovvero di una serie di domande, che studiano singolarmente numerosi sintomi e segni, e nel loro complesso permettono di porre diagnosi con un buon grado di approssimazione.

Nello studio dei disturbi colorettali e del pavimento pelvico sono risultati di fondamentale importanza i seguenti questionari largamente impiegati in letteratura e quindi ormai di validità internazionale: – Wexner per lo studio dell’incontinenza fecale – ODS score per l’indagine dell’ostruita defecazione – Roma III per indagare la stipsi funzionale. La positività ai primi due questionari depone per le rispettive diagnosi indicando spesso un danno anatomico presente (Rettocele, prolasso mucoso, prolasso rettale, cistocele ecc.) come causa eziologica del disturbo. Il questionario di Roma III prende in considerazione la componente funzionale. Questa può essere secondaria ad un deficit di funzione in presenza di una normale anatomia o alla necessità dell’organo di adattare la sua funzionalità ad una morfologia anomala. Inoltre questi disturbi presentano una forte interdipendenza con la componente psicologica, che è deve essere attentamente valutata in sede anamnestica.